Una provocazione ha determinato la nascita di questa scena, e, contemporaneamente della mia attività di scenografo. Il regista, Alberto Rosselli, immaginava luoghi che portassero ad una sensazione di compressione e inquietudine, per restituire in termini spaziali il testo di Strindberg. I personaggi sono costretti da percorsi interiori, resi fisici dalla scena/labirinto che quasi mostra al pubblico i loro segreti. Questo labirinto è la metafora di tutti i loro rapporti familiari, delle gerarchie che cambiano. La pedana inclinata di 40 mq, viene agita come fosse uno spazio, un unico spazio, che esprime i rapporti tra i personaggi.